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  • Ambulatorio ostetrico e infermiere di comunità: Frattura riorganizza la sanità ovunque, ma non nell’Alto Molise

    Nella giornata di ieri il presidente Frattura ha partecipato, in Comune a Petacciato, alla cerimonia di presentazione dell’organizzazione territoriale delle nuove attività sanitarie, l’attivazione dell’ambulatorio ostetrico e dell’infermiere di comunità. Di seguito una sintesi del suo intervento e alcune foto dell’iniziativa alla quale erano presenti le autorità locali e i vertici dell’Asrem.

    “Quello che stiamo vivendo è un profondo processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Prima la sanità era concentrata esclusivamente sugli ospedali, oggi è concentrata sulla presa in carico del paziente, è lui il protagonista della riorganizzazione. Valutato il fabbisogno di assistenza sanitaria, non avendo noi un osservatorio epidemiologico, ma avendo comunque uno storico di cartelle cliniche e quindi di patologie per i cittadini molisani, abbiamo definito il fabbisogno sul territorio. Prendere in carico il paziente significa metterlo nelle condizioni di affrontare la patologia a casa o comunque vicino casa e trasferirlo in ospedale solo per i casi più delicati. Quando avremo capito che il paziente si cura a casa e sono il medico e l’infermiere che vanno dal paziente, non viceversa, vorrà dire che avremo centrato l’obiettivo della riorganizzazione. Avere gli infermieri di comunità o avere la farmacia di servizio che dà assistenza in rete con il medico di medicina generale, con il pediatra di libera scelta e con le altre figure specialistiche per l’ambulatorio per il territorio o specialistico ospedaliere significa che il paziente si reca in ambulatorio e non in ospedale. La rete dell’emergenza-urgenza è l’altro aspetto fondamentale. Oggi di fronte ad un malessere che necessita di un ricovero l’organizzazione deve mettere in sicurezza la vita del cittadino e lo si instrada con una rete, finalmente informatizzata, tra tutti i presidi presenti in regione, verso il centro che in quel momento è già pronto a ricevere il paziente messo in sicurezza con il primo intervento. La riorganizzazione che stiamo portando avanti ha già dato i suoi risultati: eravamo la regione Cenerentola d’Italia, quella che aveva il valore più basso nella valutazione dei Lea, 130, Ospedale Caracciolo Agnone

    e invece oggi abbiamo superato il limite della sufficienza che è 160. Lentamente si comincia a cogliere anche un altro dato sul quale dobbiamo intervenire: l’80% di accessi inappropriati al Pronto soccorso. Significa che ogni 100 accessi, 80 non avevano titolo per andare al Pronto soccorso. Questo spesso porta a saturare le strutture, a fare le file, a non dare la possibilità agli operatori di lavorare con serenità Ultimo aspetto è la contrapposizione tra pubblico e privato. Io ritengo che la qualità si raggiunga mettendo insieme le energie e non creando la competizione tra strutture, perché la competizione non sarebbe mai sana e non sarebbe mai finalizzata alla qualità del servizio. E allora, se il privato convenzionato è di qualità e offre servizi appropriati, è bene che quel privato convenzionato abbia il suo ruolo nell’organizzazione sanitaria regionale”.

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