• Editoriale
  • Bollettino di guerra: fondovalle Treste inghiottita; fondovalle Trigno crollata

    Un vero e proprio bollettino di guerra: fondovalle Treste inghiottita (foto a destra, ndr) all’altezza dello svincolo per Palmoli; fondovalle Trigno chiusa per il cedimento di un ponte (vedi foto in altro, ndr) sempre sul Treste; ponti e attraversamenti inghiottiti sotto Guilmi (foto a sinistra qui in basso, ndr); Comuni senza corrente elettrica, come Montazzoli e altri centri senza acqua potabile come Fraine; Castelguidone isolato dal resto del mondo con uno svincolo sommerso (foto in basso a destra, ndr) da fango e detriti e l’altra provinciale chiusa da mesi.treste scomparsa

    Un intero territorio in ginocchio, quello del Medio ed Alto Vastese. Viabilità al collasso con le maggiori arterie di collegamento chiuse per frane, voragini e cedimenti strutturali. Cemento armato, asfalto, strutture progettate da super tecnici e pagate con denaro pubblico spazzate via dall’acqua, dal fango e dalla furia degli elementi, come se fossero di cartone, come le costruzioni dei bambini.

    ponte inghiottitoDue giorni di precipitazioni, nevose in quota e di pioggia torrenziale più a valle, hanno mostrato ancora una volta quanto sia vulnerabile il territorio montano del Vastese. Il rischio idrogeologico non è più un rischio ormai, ma una concretissima realtà con la quale i residenti nei centri montani si confrontano quotidianamente.

    La «reazione militare» auspicata dal governatore Luciano D’Alfonso non si è mai vista, siamo ancora alle visite di leva evidentemente, alla conta dei danni.

    Gli annunciati finanziamenti, il fiume di denaro per il dissesto e il maltempo, si saranno persi per strada, non sono ancora arrivati salvo quattro spiccioli dati a pioggia ai Comuni.

    Al netto delle chiacchiere del governatore d’Abruzzo di cantieri aperti per sistemare le frane non se ne vedono, salvo qualche rarissima eccezione.IMG-20151127-WA0010

    Le scene di oggi, disastri annunciati e devastazioni frutto di decenni di incuria e mancata manutenzione, sono semplicemente lo specchio del Paese, dell’Italia e dell’Abruzzo in particolare, e della politica che lo amministra.

    Fango, detriti, servizi che vengono meno, strade chiuse per sempre, arterie statali crollate. E solo grazie a Dio non ci è scappato il morto.

    Dall’ondata di maltempo del marzo scorso la situazione è drasticamente peggiorata, nonostante le propagandistiche dichiarazioni del governatore e le promesse di intervento.IMG-20151127-WA0021
    Guardando le immagini che arrivano in redazione viene da dire, con realistica rassegnazione: «Arrendiamoci, siamo circondati».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

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