• Auguri
  • Buon compleanno a don Francesco, il prete “rompicoglioni”

    Compie oggi mezzo secolo don Francesco Martino. Nel formulare al sacerdote i più cari auguri, la redazione dell’Eco lancia on line questo editoriale già apparso sullo scorso numero del mensile cartaceo.

    Diciamolo chiaramente: è un rompicoglioni, perché parla, perché accusa e sbugiarda i politici, inchioda i responsabili alle proprie responsabilità.
    Un prete scomodo, criticato spesso dai suoi stessi confratelli che si limitano a dire rosari (ammesso che lo facciano, ndr) e dai vescovi. Sono stato testimone oculare di questa scena: monsignor Camillo Cibotti, (qui a destra in foto, ndr) vescovo di Isernia, che prima di un convegno, salutando don Francesco gli dice in tono di rimprovero: «Pensa a dire messa, lascia stare l’ospedale». Come se difendere un ospedale di frontiera, difendere il diritto alla salute delle zone interne e tutelare i posti di lavoro del personale non fosse un’opera meritoria, non fosse una testimonianza di vita cristiana, non fosse una preghiera  concreta elevata all’Onnipotente.
    «Monsignor Domenico Scotti (nella foto qui a sinistra, ndr) ha scelto la via del basso profilo, della via diplomatica, dell’incontro personale. Ha sempre visto con preoccupazione la via mass mediatica», ha spiegato don Francesco in un’intervista. Per l’affetto che nutriamo nei confronti del vescovo di Trivento ci permettiamo di dire pubblicamente che questa scelta del basso profilo non è sufficiente, non è stata una buona scelta. Perché un vescovo, anche in questa età secolarizzata e senza Dio, è sempre un vescovo. E quando parla un vescovo anche i prefetti, gli inutili prefetti, lo stanno a sentire. Quando parla anche i politici, quelli che campano alle spalle dei poveri molisani, hanno paura, lo stanno a sentire, lo tengono in considerazione. Monsignor Scotti è un santo vescovo e un affettuoso pastore, ma in questa fase storica probabilmente la nostra diocesi, intesa come comunità, avrebbe avuto bisogno di un vescovo guerriero. Più che di un pastore avremmo avuto bisogno di un lupo. Uno capace di ribaltare le scrivanie nei palazzi del potere. Un vescovo alla don Francesco, per capirci. Ma lui non lo faranno mai vescovo, perché appunto è un rompicoglioni, perché non pensa solo a dire messa come democristianamente vorrebbe il vescovo di Isernia.

    Francesco Bottone
    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

    P.S.: A proposito, monsignor Scotti è in scadenza di mandato per sopraggiunti limiti di età. Cosa ne sarà della diocesi di Trivento? Sarà accorpata a quella di Isernia? O a quella di Campobasso? Voci attendibili dalla curia fanno sapere che probabilmente sarà nominato un amministratore apostolico prima dell’eventuale nomina di un nuovo vescovo titolare. Nomina che potrebbe anche non arrivare se dal Vaticano qualche influente eminenza deciderà che la diocesi di Trivento non merita più di esistere…

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