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  • Castel del Giudice, vetrina nazionale grazie a lastampa.it

    La Stampa.it dedica un servizio a Castel del Giudice, il piccolo comune dell’entroterra molisano dove, nonostante un tasso di natalità pari allo zero, fioriscono iniziative in svariati settori. L’articolo (riportato di seguito) è a firma di Valentina Gentile ed è titolato: “Castel del Giudice, la seconda vita del borgo recuperato”. 

    Poco più di trecento abitanti, un tasso di natalità nullo, case abbandonate, terreni agricoli in disuso. Sembrava destinato a scomparire Castel del Giudice, in provincia di Isernia, Molise. E invece è rinato grazie al lavoro costante e coraggioso di un gruppo di amministratori capaci e alla coesione di una comunità che non si è arresa. La seconda vita di Castel del Giudice parte da tre progetti di recupero che lo hanno trasformato, da borgo quasi fantasma, a modello per tutte le piccole realtà.

    Una scuola chiusa da trent’anni è diventata una residenza sanitaria assistenziale, la Rsa San Nicola. Orgoglio locale, anche perché è l’unica struttura del genere in tutta la regione, ospita per lo più anziani che arrivano da tutto il Molise e dall’Abruzzo. Altro problema – tipico delle aree interne, altra soluzione: trentacinque ettari di terreno agricolo in disuso sono stati recuperati e trasformati in meleto biologico. L’azienda produttrice, la Melise, è una compartecipata di cui fanno parte cittadini, investitori e amministrazione. Infine le case: decine di strutture abbandonate, in gran parte stalle, riscattate e ristrutturate rispettando le antiche fattezze. Adesso Borgo Tufi, la parte più antica di Castel del Giudice, è uno splendido albergo diffuso che può accogliere fino a cento ospiti.

    Legambiente ha definito il paese un modello di rinascita per tutti i borghi italiani e ha assegnato, insieme al Comune di Pollica e all’Anci, al sindaco Lino Gentile il Premio Angelo Vassallo 2014. Il primo cittadino chiarisce: «Non abbiamo la presunzione di essere dei modelli, ma siamo la dimostrazione di cosa possono fare le comunità piccole per i problemi delle aree interne». Per Alessandra Bonfanti del direttivo nazionale di Legambiente, che da anni segue i progressi del borgo molisano: «Non esistono molte realtà che riescono a recuperare luoghi e strutture abbandonate in Italia. Castel del Giudice merita di essere un esempio anche per la partnership tra pubblico e privato e per la partecipazione popolare». Il successo sta nella coesione tra cittadini, amministrazione e imprenditori che hanno investito nei progetti.

    È la strada giusta: per la Rsa, ad esempio, grazie all’azionariato popolare la Regione Molise ha un risparmio notevolissimo sui costi per ogni singolo degente, soprattutto in confronto ai costi degli ospedali. La struttura ha creato lavoro: ventidue dipendenti che saranno di più, come precisa Gentile, perché un’altra struttura recuperata e adibita a residenza assististenziale è in ristrutturazione. Dettaglio da non sottovalutare in un’area che dal dopoguerra in poi ha visto flussi inarrestabili di emigrazione verso le grandi città. Adesso c’è addirittura chi arriva a Castel del Giudice per lavorare. Il meleto dà lavoro a quattro dipendenti stabili e circa venti stagionali.

    E l’albergo diffuso di Borgo Tufi potrebbe attrarre un turismo consapevole, utile all’economia locale e delle zone limitrofe. Infatti il territorio circostante, oltre alle località più note come Agnone o Roccaraso, è di una bellezza incontaminata che merita di essere scoperta. Certo, non è la ricca e esterofila Toscana, ma proprio per questo cittadini, amministratori e imprenditori hanno capito che quelle che erano ritenute debolezze sono risorse. L’isolamento, la marginalità di moltissimi nostri territori può trasformarsi in ricchezza, e non solo economica: il recupero di abitazioni e terreni è un freno al dissesto idrogeologico a cui il nostro Paese è soggetto. Per Maria Assunta Libertucci, Presidente Regionale di Legambiente: «Comportamenti positivi attirano altri comportamenti positivi». Anche su scala nazionale. E se è vero, com’è molto probabile che sia, che lo sviluppo parte dai piccoli centri – almeno in un Paese come il nostro, con l’85% dei comuni che ha meno di diecimila abitanti, allora c’è da sperare che la fama di Castel del Giudice si diffonda.

    tratto dal sito: http://www.lastampa.it/2015/11/19/scienza/ambiente/focus/castel-del-giudice-la-seconda-vita-del-borgo-recuperato-8H4ua0ulwEat3AYkv2l9QN/pagina.html

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