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  • Cinghiali anche tra le abitazioni, ma il selecontrollo non riparte

    CINGHIALI anche tra le abitazioni, ma il selecontrollo non riparte.

    Incontri ravvicinati con i grossi ungulati nei centri del Chietino. Dalla Provincia, al momento, nessun cenno: il piano triennale di contenimento giace in un cassetto dell’inutile ente.

    Lo scatto pubblicato è stato inviato alla nostra redazione da un lettore di Carpineto Sinello, Luigi Lizzi, che ringraziamo pubblicamente.

    La foto che ritrae un grosso esemplare di cinghiale mentre si aggira nei pressi delle abitazioni è stata scattata domenica mattina, alle ore 7 circa, nei pressi di Mozzagrogna (CH).

    L’incontro di Mozzagrogna non è certo un evento eccezionale e segue di pochi giorni l’episodio tragicomico di Vasto, dove due cinghiali hanno tenuto sotto scacco la Polizia provinciale e altre forze dell’ordine per diverse ore.

    Gli incidenti stradali causati dai cinghiali sono all’ordine del giorno, i danni all’agricoltura non si contano più ormai, da più parti e in più sedi si invocano interventi e misure straordinarie per il contenimento della specie, ma la Provincia di Chieti che pure ha varato nella scorsa estate un piano triennale di contenimento non muove un solo dito.selecontrollo e

    Dopo un estenuante parto e diversi tentativi di sabotaggio politico, l’ente chietino riuscì a far partire gli abbattimenti selettivi nel luglio scorso. Poche settimane di attività, però, perché a fine agosto il selecontrollo era già chiuso. Poi, da settembre, il prelievo massiccio dovuto all’apertura della caccia in braccata, una metodica che tuttavia non risolve affatto il problema del soprannumero di cinghiali e dei relativi danni all’agricoltura, anzi probabilmente lo amplifica creando squilibri e destrutturando la popolazione di ungulati (vengono prelevati in maggioranza adulti, mentre sono i piccoli ad essere più voraci e a muoversi di più sul territorio, ndr). Da fine dicembre i fucili e le carabine non sparano più e i cinghiali, del tutto indisturbati, posso causare danni all’agricoltura o peggio incidenti stradali. Come infatti accade.

    Che fine ha fatto il piano triennale di contenimento dei cinghiali varato l’estate scorsa? Un piano che è triennale a chiacchiere, ma è durato di fatto sei o sette settimane.

    Che intenzioni ha la Provincia? E il presidente Mario Pupillo e il suo vice Antonio Tamburrino?

    E le associazioni venatorie che fine hanno fatto? Possibile che non abbiano nulla da dire in merito?

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

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