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  • Cinghiali, Di Pietro a muso duro: «Dal Governo nessuna risposta, pronti a violare la legge: quattro mesi di braccata»

    AGNONE – Emergenza cinghiali, Di Pietro a muso duro: «Dal Governo nessuna risposta, pronti a violare la legge: quattro mesi di braccata a partire dall’anno prossimo».

    E’ quanto dichiarato pubblicamente dal consigliere regionale delegato alla Caccia nel corso di un convegno organizzato ad Agnone da Coldiretti Molise.

    Ha dimostrato ancora una volta di essere un politico esperto e di saper parlare alla “pancia” degli uditori, soprattutto se questi ultimi sono rappresentati dagli agricoltori dell’Alto Molise con le coltivazioni regolarmente devastate dai cinghiali.

    Cristiano Di Pietro, consigliere regionale delegato alla Caccia, non ha usato mezzi termini rispetto all’emergenza cinghiali che attanaglia il territorio molisano e l’Alto Molise in particolare, nel corso di un convegno organizzato da Coldiretti Molise al quale ha preso parte anche il prefetto di Isernia, Fernando Guida.

    «Quella che viviamo in Molise è una vera e proprio emergenza. – ha esordito l’esponente della maggioranza in Regione – I danni da fauna selvatica al comparto agricolo regionale ammontano, dal 2012 ad oggi, a quasi tre milioni di euro. La Regione, ve lo confesso chiaramente, non paga: da esponente della maggioranza vi dico, fate fare i decreti ingiuntivi se volete vedere qualche soldo».

    Per arginare il proliferare incontrollato dei cinghiali e i danni all’agricoltura il consigliere Di Pietro ha messo in campo alcune contromisure: prevenzione dei danni, «recinzioni elettrificate e colture a perdere, alle quali gli agricoltori potranno accedere grazie ai 5 milioni di euro previsti dal Psr»; ampliamento del periodo di caccia, «dai tre mesi previsti dalla norma nazionale ai quattro che introdurremo, anche in violazione di quella legge, l’anno prossimo»; abbattimenti selettivi mediante i selecontrollori, «che saranno operativi senza ombra di dubbio a partire dal marzo prossimo».

    E proprio in merito all’ampliamento del periodo di caccia, fissato dalla legge nazionale in tre mesi, Cristiano Di Pietro è stato categorico: «Abbiamo avanzato richiesta di aumentare di un mese la braccata. La proposta, firmata dalle altre Regioni d’Italia, è approdata in Consiglio dei Ministri: non ci hanno nemmeno risposto. E allora, visto che si tratta di una emergenza, vi dico che sul prossimo calendario venatorio porteremo a quattro i mesi di braccata, consapevoli del fatto che stiamo violando la legge quadro sulla caccia. Voglio vedere quale associazione, di fronte all’emergenza cinghiali che è evidente a chiunque, oserà fare ricorso contro il calendario venatorio e quale giudice amministrativo ci condannerà».

    Una sfida, dunque, quella di Di Pietro, pronto a violare deliberatamente quanto previsto dalla legge sulla caccia. «Intanto, nell’immediato, – ha aggiunto in chiusura il consigliere regionale – vi preannuncio che la stagione venatoria corrente sarà prorogata di quindici giorni».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

     

     

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