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  • Dalla farina ai riflettori,
    Antonino Patriarca sbarca in tv

    AGNONE – Troppo spesso capita di restare sbalorditi ascoltando storie di altri tempi, ignorando che anche oggi siamo circondati da un vespaio di vite da romanzo. È il caso dell’affascinante biografia di Antonino Patriarca, panettiere agnonese, che è finito addirittura sui canali Rai proprio per raccontare i suoi trascorsi.

    Oggi, dopo la messa in onda del servizio girato ad Agnone nel gennaio passato, l’Eco dell’alto Molise ha intervistato il fornaio, noto anche per le sue sceneggiature in vernacolo.

    Antonino, lei ha un passato in radio e un presente fatto di farina lievito e teatro. È abituato alle telecamere ma che effetto fa raccontare la propria vita a tutta Italia?
    “Mentre parlavo a quelle telecamere, non volevo pensare che stessi dando la mia storia in pasto a tutti i telespettatori. È stato un pensiero che ho allontanato da me concentrandomi sui fatti. Ho semplicemente ripercorso tutto quello che ho vissuto dimenticando che stavo svelando i retroscena della mia vita. ”

    Certamente non deve essere stato semplice. Cosa ha provato, allora, guardandosi in tv?
    “Ci siamo seduti a tavola, io, mia moglie e mia madre, e in silenzio, con gli occhi pieni di lacrime, ce la siamo goduta. Guardando lo schermo del televisore non ho fatto nient’altro che rivivere la mia, la nostra, vita. Quando abbiamo finito di vedere il programma, ci siamo detti ‘signori, abbiamo fatto centro!’ Avevamo detto tutto quello che c’era da raccontare, per filo e per segno.”

    C’è qualcosa che è stato tagliato?
    “Si, effettivamente ci sono stati dei grossi tagli e me ne è dispiaciuto. Ho parlato tanto di Agnone, della sua storia e della sua cultura. Hanno fatto delle domande a mia madre ma non sono andate in onda e hanno preso moltissimo materiale teatrale al quale ho lavorato. Mi rendo conto che il video si imperniava sulla mia figura, quella di mio fratello Stefano e di mio figlio. Con un taglio del genere non si può inserire tutto. Devo ammettere però che mi sento appagato soprattutto per i commenti che sto ricevendo.”

    Per Agnone si è trattato di un vero evento mediatico. Vi hanno telefonato?
    “Tutto è cominciato alle 8.35 ieri sera ed è finito solo dopo la mezzanotte. Mamma al telefono fisso mentre io, Adriana (la moglie di Antonino, ndr) e Pasquale (il terzogenito, ndr) rispondevamo ai tre cellulari. Un viavai di chiamate che è ripreso questa mattina alle 5. Tutti hanno apprezzato la realtà di quanto abbiamo detto con semplicità. Non si avvertiva la finzione che in genere traspare in tv! Ci hanno chiamato addirittura agnonesi che non tornano da decenni e che hanno riconosciuto il forno, o papà.”

    Anche su internet piovono feedback positivi. C’è chi suggerisce addirittura di farne un film o di scriverne un libro. Lei scrive. Non ha mai pensato di mettere su carta tutto questo?
    “Si potrebbe fare ma non vorrei dare un’immagine sbagliata, come se volessi il mio momento di gloria. Se invece fosse qualcuno dall’esterno ad offrirsi avrebbe la mia più completa disponibilità!”

    E se invece le proponessero un film? Interpreterebbe se stesso?
    “Lo farei tranquillamente anche se, devo ammettere, che è stancante.”

    Così lasciamo il forno di Antonino, location della nostra intervista, dove, oltre che vederlo all’opera, è stato più volte elogiato dai clienti che, tra una pagnotta di pane e un pezzo di pizza, si complimentavano per la carica emotiva della clip.

    di Giovanni Giaccio

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