• Editoriale
  • Derby, l’Agnonese affronta i Lupi con l’incognita futuro

    E’ questo un derby che potrebbe sancire l’ultima partita casalinga in serie D dell’Olympia Agnonese. Lo spettro è dietro l’angolo. Inutile girarci intorno. D’altronde i messaggi lanciati in tempi non sospetti dall’attuale dirigenza sono inequivocabili. Ovvero a fine stagione il titolo sportivo sarà rimesso in mano al sindaco Lorenzo Marcovecchio. All’orizzonte non sembrano esserci schiarite, ripensamenti o passi indietro. Il solco sembra segnato. Troppo esoso il campionato di quarta serie e troppa pazienza è stata accordata a chi a più riprese ha promesso il rifacimento del manto in sintetico (un eufemismo definirlo così) del maltrattato “Civitelle”. Tutto ha un limite. Il caso vorrebbe che domani contro i Lupi, sugli spalti dell’impianto senza barriere (il primo ad essere inaugurato nel Centro Sud Italia) fossero presenti il governatore della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, l’assessore ai Lavori pubblici, Pierpaolo Nagni e il consigliere delegato allo Sport, Carmelo Parpiglia. Se nessuno si è preso la briga di invitarli, lo facciamo noi de l’Eco online. E non solo per vivere una giornata di sport e sano divertimento, ma soprattutto per fargli capire, se ce ne fosse ancora bisogno, dove la prima realtà calcistica regionale è costretta a disputare un torneo semiprofessionistico. Prima di scendere in politica, Frattura, Nagni e Parpiglia hanno avuto esperienze significative nel campo sportivo, dunque dovrebbero capire perfettamente di cosa stiamo parlando. Il rettangolo di gioco resta un “accessorio” fondamentale per il futuro di un sodalizio al suo cinquantesimo anno di età di cui dieci consecutivi trascorsi in serie D. Scusate se è poco. Scusate se in regione mai nessuno è riuscito in una simile impresa. Scusate se domani l’Agnonese non porterà più in alto il nome del Molise in giro per l’Italia. Perché il rischio reale è proprio quello. Senza un restyling a rettangolo da gioco nessuno se la sente di proseguire l’avventura. Detto ciò passiamo all’aspetto budget che pure è argomento non di poco conto. I soliti noti hanno deciso di farsi da parte. Il presidente Franco Marcovecchio e soci, dopo Vasto butteranno la spugna. Malgrado un fair play finanziario, una politica al risparmio e la valorizzazione dei giovani (vedi su tutti Michele Guida e Nicola Guerra), nonostante gli ottimi risultati (in due anni una salvezza e un quasi playoff) sono pronti a staccare la spina. Peccato. Proprio adesso che c’era da divertirsi. Che fine faranno il fenomeno sociale decantato da più parti, il florido settore giovanile, i mille spettatori e più che domenicalmente assiepavano le gradinate del Civitelle, ad oggi non è dato saperlo. La speranza è che qualcuno possa prendere le redini di un giocattolo che nel corso degli anni ha funzionato benissimo grazie allo sforzo e sacrificio di un intero territorio. Servirebbe un personaggio nuovo, accattivante, carismatico e al tempo stesso competente e capace di proseguire il lavoro fatto sino ad oggi. IN attesa dell’evolversi della situazione c’è Agnonese-Campobasso, più che un derby… un brodino riscaldato.

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