• Editoriale
  • Don Martino detta l’agenda al Ministro Provenzano: la vera “strategia” per salvare l’Alto Molise-Vastese

    AGNONE – Proposte per il rilancio dell’area dell’Alto Molise/Alto Vastese al Ministero per il Sud, al Governo, al Parlamento, al Consiglio Regionale del Molise. Arrivano da don Francesco Martino, sacerdote e giornalista, in occasione della visita di oggi in Alto Molise del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano

    Quella dell’alto Molise – alto Vastese è un’area interna che vive ormai da decenni grandi disagi che ne minano la sopravvivenza e lo sviluppo.
    Senza un progetto chiaro e deciso di rilancio dell’area che punti sulle caratteristiche che ne possono rappresentare occasioni di sviluppo, senza una legiferazione peculiare volta alla tutela della popolazione che inverta la tendenza dell’incoraggiamento all’abbandono dei piccoli comuni che vi risiedono, l’area dell’ Alto Molise – Alto Vastese, come tutte le aree interne d’Italia che rappresentano quasi il 60 % del territorio nazionale, non può costruire il suo diritto a restare.
    I punti dai quali deve prendere le mosse questo rilancio sono:

    1) Sanità:
    Potenziamento del San Francesco Caracciolo di Agnone come ospedale di area disagiata a tutela della salute dei cittadini di tutta l’area Alto Molise/Alto Vastese. Le aree di riferimento dell’hinterland del P.O. Caracciolo sono due Aree riconosciute all’interno della Stategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) contigue ed appartenenti all’area di confine tra Regione Molise e Regione Abruzzo, e precisamente l’Area SNAI Alto Medio Sangro e Basso Sangro Trigno. La strategia finora ha previsto in Sanità interventi solo per quello che concerne i servizi territoriali, ma nelle Aree SNAI di tutta Italia sono presenti Presidi Ospedalieri di Base o di Area Particolarmente Disagiata a rischio di riconversione in strutture territoriali: il ridimensionamento di questi servizi è in contrasto con la Strategia Nazionale per il riscatto e lo sviluppo socio/economico di questi territori, a cui mira il programma azionale, quindi dal punto di vista normativo occorre che il Governo si impegni al mantenimento anche dei servizi ospedalieri presenti in questi territori con un atto normativo, da recepire in appositi provvedimenti, recuperando tale proposta di emendamento presentata per la legge di Bilancio, che non è stata accolta: “Nelle Aree Progetto, individuate e riconosciute tali all’interno della Strategia Nazionale delle Aree Interne, oggetto di finanziamento delle Leggi 27 dicembre 2013, n. 147, articolo 1, comma 13 ; 23 dicembre 2014, n. 190, articolo 1, comma 674, 28 dicembre 2015, articolo 1, comma 811, 27 dicembre 2017, n.205, articolo 1, comma 895, e seguenti, ove presenti strutture ospedaliere, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, in ragione degli obiettivi della strategia, sono obbligate a mantenere per esse almeno lo standard ospedaliero minimo previsto dal DM. 70/2015, allegato 1, punto 9.2.2., e non possono riconvertirle in strutture territoriali per il periodo di vigenza della sperimentazione Snai e comunque nel termine finale di certificazione della spesa della strategia.” Tale provvedimento riguarda in merito alle Aree SNAI oggi oggetto della strategia, non più di 25/30 presidi ospedalieri, molti dei quali al centro sud, tra cui Acquapendente, Amatrice, Agnone, il Reventino. Nonostante la dotazione per il Ministero per il Sud ammonti ad appena 200 milioni di euro, per quest’anno il Ministero potrebbe proporre un progetto di sperimentazione pilota destinando 1 milione di euro come sostegno al funzionamento dei servizi sanitari di emergenza urgenza, personale medico, e aggiornamento tecnologico dei presidi Ospedalieri di tale tipologia di Molise e Calabria, per poi predisporre e far finanziare nella legge di Bilancio 2021 un intervento più strutturale che riguardi l’intero Sud, o meglio fare in modo che il Governo preveda un intervento strutturale per tutta Italia.

    2. Mobilità/ Viabilità:
    Completamento di strade che collegano i comuni dell’area con i centri Polo più vicini e con il vicino Abruzzo. Le problematiche delle Aree Interne richiedono innanzitutto per quest’Area:
    a. La ristatalizzazione della SS.Statale ex 86 da Pescolanciano a Castiglione Messer Marino;
    b. La statalizzazione della Provinciale Fondovalle Verrino dalla Fondovalle Trigno alla ex statale 86;
    c. Il completamento della bretella Agnone Nord (viadotto “Femminamorta”), opera avviata da ANAS e mai terminata;
    d. il completamento della Fresilia da Sprondasino alla Strada Statale Bifernina e la sua ristatalizzazione
    e. la riapertura del viadotto Sente;
    f. la realizzazione di un veloce collegamento tra la fine della ex strada statale 86 dal territorio di Castiglione Messer Marino alla Fondovalle Sangro, altezza Colledimezzo.

    3. Trasporti:
    Razionalizzazione e attivazione linee per il collegamento con i comuni delle Aree Alto Molise Alto Vastese con i centri di erogazione dei servizi sanitari, scolastici, sociali, il polo industriale della Val di Sangro, mediante il rinnovo del parco autobus con minibus più ecologici, con Accordi di Confine tra Regione Abruzzo e Molise per creare centri comuni interregionali per tutti questi servizi, definizione di un intervento economico di sostegno alla mobilità che abbatta le tariffe dei mezzi di trasporto per gli utenti delle Aree SNAI, piano di finanziamento straordinario per la manutenzione del fondo stradale delle principali arterie di collegamento e per i servizi e mezzi per lo sgombero neve.

    4. Scuola:
    Dovrà essere un impegno imprescindibile quello di sostenere le strutture scolastiche esistenti con adeguati collegamenti nel territorio incentivando la differenziazione e l’utilizzo delle scuole superiori. Va previsto inoltre un intervento di sostegno alle Scuole Umanistiche, Tecniche e Professionali, con finanziamenti aggiuntivi per l’ammodernamento tecnologico, per la garanzia agli studenti di stages di formazione lavoro adeguato, per la realizzazione di un Convitto Nazionale ad Agnone e a Trivento, per scambi culturali con le Università, i Politecnici, le Accademie del settore Alberghiero anche europei per progetti di ricerca, di approfondimento, di innovazione.

    5. Supporto Politiche imprenditoriali comuni e innovazione tecnologica:
    Supporto di regia e coordinamento, dell’area, impegnata nello sviluppo di progetti capaci di accedere a finanziamenti europei cui normalmente hanno accesso solo grandi raggruppamenti di enti, e il cui sviluppo prevede un grado di progettazione difficilmente attuabile dai singoli comuni o dai singoli privati. Creazione di un Agenzia di Area SNAI per l’imprenditoria giovanile, il sostegno,la consulenza, il supporto tecnico per la presentazione dei progetti relativi all’industria, artigiano ed agricoltura per la risposta ai bandi europei e nazionali di settore. Siccome uno dei problemi più drammatici per i giovani imprenditori è l’accesso al credito, a livello nazionale e di gestione dei fondi europei prevedere una Banca Pubblica Nazionale degli Investimenti, che eroghi a tasso zero direttamente i finanziamenti per i progetti presentati che risultino compatibili, economicamente sostenibili, ben strutturati, con possibilità di ricaduta socio/economico/occupazionale. Prevedere un piano di investimenti mirato a garantire per le Aree SNAI non solo la realizzazione infrastrutture digitali (fibra ottica, rete 5 G, ecc.) ma anche agevolazioni e contributi per i gestori delle reti e gli utenti per colmare il gap tecnologico con le aree più sviluppate del paese e consentire lo sviluppo delle nuove forme di lavoro digitale e lo sviluppo innovativo di tecnologie produttive nelle aziende locali.

    6. Tutela negozi di Montagna e agevolazioni fiscali e per transazioni commerciali bancarie:
    Introdurre regimi semplificati fiscali e adempimenti fiscali, azzerare con accordo nazionale tra Governo e ABI le commissioni per i POS per gli esercenti, e per gli utenti viventi in AREE SNAI, al fine di favorire la riduzione dell’evasione fiscale, ridurre le commissioni di bonifico a massimo 2 euro; prevedere appositi specifici studi di settore per queste aree, che non hanno competitività commerciale come le altre della nazione ma parametri più bassi.

    7. Agricoltura:
    Introdurre norme che favoriscano l’iniziativa per migliorare la redditività e favorire lo sviluppo di aziende agricole. Aumentare il sostegno a fondo perduto per il primo inserimento in agricoltura dei giovani imprenditori almeno raddoppiandolo; favorire progetti agricoli mediante appositi finanziamenti, nelle modalità sopra ricordate al punto 5 , per progetti di filiera completa, per fattorie didattiche, per produzioni biologiche e di prodotti DOP e DOC, per investimenti per la realizzazione di impianti per l’ecologica gestione dei rifiuti animali, caseari, la depurazione dei liquami prodotti e il loro smaltimento secondo le norme europee

    8. Sgravi fiscali:
    Fiscalità di vantaggio per chi vive nelle are interne, in particolare riduzione delle accise sul gas e sull’energia elettrica per i residenti nei comuni di montagna

    9. Revisione degli estremi catastali e revisione IMU/TASI al fabbisogno immobiliare:
    L’acquisizione di immobili attraverso eredità rende insostenibili i costi di mantenimento, inducendo all’abbattimento degli stessi e conseguente danneggiamento del patrimonio paesaggistico. Prevedere una riduzione del 50% dell’IMU/TASI per gli immobili delle attività produttive ivi presenti e per le pertinenze, nonché per i residenti in queste Aree, da finanziare con un apposito provvedimento del governo compensativo per questi Comuni. Per tutti gli altri immobili, rivedere gli estimi catastali tenendo conto della situazione socio/economica di difficoltà del territorio.

    10. Turismo:
    Una debolezza strutturale di questi territori riguarda il settore Turistico, che non ha un piano organico e coordinato di sviluppo tra imprenditori del settore, pubbliche autorità e managment di settore. Il Governo promuova, d’intesa con le Regioni, la creazione in queste Aree con fondi a compartecipazione pubblica e degli imprenditori di settore di un’Agenzia Unica per il Turismo, che raccordando e coordinando imprenditori e comuni, avvalendosi di personale manageriale di settore, promuovano non solo il territorio, ma contrattino con i tour operator nazionali ed internazionali pacchetti integrati per i visitatori, garantendo in tutto l’anno solare l’attività turistica e la possibile piena occupazione delle strutture esistenti, promuova dei corsi di aggiornamento per imprenditori ed operatori tesi al miglioramento della qualità dell’assistenza alberghiera e di ristorazione, elabori d’intesa con i comuni il piano di sostegno ai servizi pubblici e per la fruibilità del patrimonio archeologico, architettonico, culturale e storico ivi presente, favorisca la formazione di guide turistiche abilitate e faccia il piano per il loro utilizzo per coprire il servizio h24, favorisca anche piani di turismo alternativo ecologico, in fattorie didattiche, per la cura della fibrosi cistica in aree MAB, e via di seguito.

    11. Decentramento amministrativo.
    L’ostacolo dello sviluppo delle Aree Interne della Regione Molise è stato dovuto all’accentramento amministrativo di tutte le Agenzie Regionali, le Partecipate, l’Università e gli Organismi nel capoluogo di Regione Campobasso e in misura minore a Termoli ed Isernia. La concentrazione amministrativa ha prodotto una mobilità e un progressivo trasferimento della popolazione verso i centri maggiori, creando un impoverimento socio-economico delle periferie, con spopolamento ed abbandono dei territori. Seguendo l’intelligente organizzazione avvenuta nei dipartimenti francesi con il decentramento amministrativo, l’azione seria da intraprendere è che la Regione Molise decentri le strutture centrali delle Agenzie Regionali, delle Partecipate, delle Facoltà Universitarie e degli altri Organismi Controllati nei centri di Agnone, Venafro, Trivento, Boiano, Larino, Riccia, Montenero di Bisaccia, creando mobilità territoriale e di conseguenza anche sostegno all’economia dei territori periferici.

    Le qualità di questa terra (ambiente, campane, sport invernali, siti archeologici, coltelli, diocesi, artigianato, agriturismo, agroalimentare …) se valorizzate in modo opportuno sono in grado di perseguire i migliori risultati per un comune sviluppo socio-economico.

    don Francesco Martino

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