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  • Artigianato, la “Marinelli” fonde la campana delle 506 minoranze etniche

    AGNONE. Una campana monumentale dedicata alle minoranze etniche. E’ quella fusa questa mattina nella Pontificia fonderia Marinelli dedicata alla Pace, ai Ladini e a tutte le minoranze etniche del mondo. In tutto 506 che verranno raffigurate con una stella per ognuna etnia. In seguito la campana sarà collocata nel piazzale antistante al santuario di Santa Giuliana di Vigo (Trento) ed espanderà i suoi rintocchi in tutta la Val di Fassa.  L’opera,  particolarmente impegnativa, ha richiesto circa un anno di lavoro sia per la complessità degli intenti poetici ed artistici  che per l’inconsueta scelta tonale. Sarà infatti il primo bronzo programmato con una taratura a 432 Hz, la frequenza chiamata ”aurea”, quella della vita e dell’armonia, quella dei suoni della Natura  tanto amata da Mozart e da Verdi che ritenevano conferisse al suono forza, pienezza e maestosità oltre che elevati effetti benefici per la salute.  L’iniziativa è nata in terra a minoranza linguistica ladina, patrimonio Unesco, per valorizzare e portare in evidenza  il significato di pace e fratellanza che accomuna i popoli di ogni minoranza – spiegano dalla Marinelli -. La campana è stata ideata, promossa e curata in ogni fase di realizzazione da Leopoldo Rizzi, ex sindaco di Vigo di Fassa, vice procurador della Val di Fassa, ma anche docente universitario, economista, giornalista. Per le sue peculiarità il progetto ha ottenuto il patrocinio dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) per espressa volontà dell’ambasciatore Lamberto Zannier, High commissioner on National Minorities. La campana, di oltre tre metri di circonferenza e peso di circa 800 chilogrammi, reca numerosissimi  fregi,  tutti originali ed esclusivi plasmati e armonicamente distribuiti dalla scultrice Paola Patriarca che da oltre venti anni realizza le decorazioni per le prestigiose opere sonore della Marinelli, l’azienda artigiana più antica al mondo che conserva i tradizionali procedimenti di lavorazione in uso nel medioevo.  Elementi centrali sono le figure dei Santi venerati nella Valle: Santa Giuliana, patrona delle minoranze etniche ladine e mondiali; san Giovanni Battista e san Michele arcangelo. Fra la miriade di stelle che caratterizzano la campana riconosciamo due elementi michelangioleschi presi dagli affreschi della cappella Sistina: il particolare della mano di Dio che infonde la vita sfiorando quella di Adamo e del Giudizio universale (l’alfa e l’omega). Decisive sono le iscrizioni con grandi pensieri espressi da menti spirituali quali Gandhi,  Maometto, Buddha ed Einstein. Infine lunghe iscrizioni percorrono tutta la base della campana: vi si leggono due articoli della Dichiarazione adottata dall’assemblea generale ONU del 1992. Essi sono firmati dal prof. Fausto Pocar, giurista ed accademico, membro del Comitato per i diritti Umani delle Nazioni Unite. Pocar ha preso parte alle operazioni della fusione della campana benedetta dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, delegato pontificio presso la basilica di Sant’Antonio di Padova. Da qui la campana inizierà un lungo viaggio che avrà come prima tappa il Vaticano per riceve la benedizione papale, quindi riceverà un rintocco augurale dal presidente Mattarella in Quirinale. Proseguirà per espandere rintocchi di pace verso le basiliche di San Francesco ad Assisi, Loreto e Sant’Antonio di Padova. Resterà per qualche giorno in mostra presso la sede ONU di Ginevra e, prima della collocazione definitiva a Vigo di Fassa, sarà ospite del santuario di Pietralba (Bolzano).

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