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  • Monsignor Palumbo ad Agnone conferma l’arrivo dei padri Caracciolini

    AGNONE – Oggi festa di San Francesco Caracciolo ad Agnone concelebrazione solenne alla presenza dei Padri Caracciolini presenti nella Diocesi di Chieti ed Avezzano, tra cui Padre Etienne, parroco di Villa Santa Maria e Padre Giulio Capetola, dei sacerdoti di Agnone Don Onofrio Di Lazzaro e Don Alessandro di Sabato, e dell’Associazione dei Laici Caracciolini con Nicola Caracciolo, della Congrega del Carmine, con il Priore Angela La Gamba ed i confratelli, presieduta da S.E.R. Mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento, nella Chiesa dell’Annunziata, adiacente all’ex Convento dei Filippini, dove il Santo morì il 4 giugno 1608, e che conserva per tradizione il cuore di San Francesco Caracciolo. Francesco si chiamava in verità Ascanio Caracciolo e aveva il recapito presso la Congregazione dei Bianchi della Giustizia, che si dedicava all’assistenza dei condannati a morte, dove operava anche un altro sacerdote suo omonimo. Un giorno giunse una lettera, scritta dal genovese Agostino Adorno e da Fabrizio Caracciolo, abate di Santa Maria Maggiore di Napoli. I due si rivolgevano ad Ascanio Caracciolo – ma a quale dei due? – per chiedergli di collaborare alla fondazione di un nuovo Ordine, quello dei Chierici Regolari Minori. Il postino recapitò la lettera al giovane sacerdote, nato il 13 ottobre 1563 a Villa Santa Maria di Chieti e trasferitosi a Napoli a ventidue anni di età per completarvi gli studi teologici. All’eremo di Camaldoli scrisse la Regola, approvata poi nel 1588. L’anno dopo Ascanio emetteva i voti religiosi assumendo il nome di Francesco. Nel 1593 la piccola Congregazione tenne il primo capitolo generale e Francesco dovette accettare per obbedienza la carica di preposito generale. Intanto la congregazione approdava a Roma, alla chiesa di Sant’Agnese.

    Mons. Palumbo, ripercorrendo l’esperienza religiosa di san Francesco Caracciolo e il suo amore per l’Eucaristia, ha messo in evidenza la sua spiritualità carica di questo amore che lo spingeva a darsi tutto per il Signore e nella preghiera, e ha auspicato che il cuore del santo ispiri in noi lo stesso amore, lo stesso ardore e la stessa capacità di amare senza scoraggiamenti e possa dare forza alla diocesi di Trivento e sistegno spirituale, come alla famiglia caracciolina.

    I Padri Caracciolini a breve apriranno una casa religiosa ad Agnone presso le casa canonica di San Marco e avranno come santuario la camera trasformata in cappella dove il Santo Morì del Convento dei Filippini e la chiesa dell’Annunzuata.

    Don Francesco Martino

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