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  • Nel ricordo di Giorgia Galasso, la mamma: “Aiutiamo la Casa dei Risvegli”

    AGNONE. L’incolmabile vuoto lasciato da una figlia scomparsa tragicamente in un incidente stradale, il dolore che ti assale, ti divora e ti blocca. Intorno a te il deserto, arido, soffocante. Poca voglia di continuare ad essere te stessa, di sorridere e fare le cose di un tempo. Poi però un incontro che riaccende il cuore e  l’anima e ti spinge ad aiutare chi vive la speranza di potercela fare. Una lettera intrinseca di emozioni quella scritta da Diana Falcioni, mamma di Giorgia Galasso, la ragazza che perse la vita alle porte di Campobasso il 3 aprile del 2017. Righe che esprimono la sofferenza vissuta, ma al tempo stesso raccontano di un nuovo  impegno verso gli altri, di chi continua a respirare e non perde la voglia di poter riaprire gli occhi e vedere nuovamente la luce. Ed è così che nasce l’iniziativa che si terrà il prossimo 11 agosto ad Agnone la quale intende raccogliere fondi da devolvere alla struttura Casa dei Risvegli “Luca De Nigris” di Bologna che si occupa di riabilitazione e assistenza, ma anche di aiuto alle famiglie coinvolte in casi simili a quelli di Giorgia. Per l’occasione i giovani artigiani agnonesi hanno preparato originali manufatti che metteranno in vendita per devolvere l’intero ricavato al centro emiliano. Ecco quanto scrive mamma Diana.

    Accadono cose nella vita che vorremmo mai accadessero e non mi riferisco a qualche contrattempo che ci guasta la giornata o alla scelta difficile del momento, mi riferisco a quegli avvenimenti che ti colpiscono e non c’è possibilità di rimediare, che non ti danno neanche il tempo di una preghiera, di una benché minima speranza se non la sensazione di star vivendo un incubo da cui vorresti lo schiaffone di qualcuno che riesca a svegliarti. Ebbene è accaduto anche a me. A me ed alla mia famiglia ( che devo dire non credevo così grande!). Ci si (ri)sveglia proiettati malamente in un’altra realtà.. la realtà che una perdita, il lutto, la morte colpisce anche te, nell’apparente quotidianità di un giorno normale, come tutti gli altri. Sì, perché poi non è che capita solo agli altri, non è una cosa impossibile, anzi… colpisce tutti, indistintamente. E bisogna farsene una ragione, che lo si accetti perché non si può fare altro, nulla nei nostri poteri può fare altro. E allora può accadere che ci si chiuda, come in un barattolo che speri prima o poi rimarrà senz’aria, così che scompaia anche tu… non hai più da darne, a nessuno. Oppure no. Oppure accade che nello scontro con la morte incontri la vita, quella vera…quella che abbraccia, allevia, solleva. Accade che nascono iniziative spontanee “in memoria di..”( che dapprima fanno anche un po’ male, ti fa realizzare che è accaduto davvero! Ma pian piano si capisce che è un modo per dire” eccoci siamo insieme, siamo forti” e allora ti coinvolge, perché un abbraccio non può non coinvolgere che in maniera positiva), come una partita di calcio organizzata dai compagni di tuo figlio, una fiera di fiori dell’associazione di cui fa parte un papà dell’amica, una gara canina a supporto dei canili perché tua figlia amava gli animali; comunità intere che pregano perché da una tragedia nasca qualcosa di buono. E accade sì, quel buono. Accade che un gruppo di amici pensi ad una canzone, e che questa canzone diventi un progetto per sfidare la morte e cantare alla vita, in memoria di una amica (Giorgia) che chiamavano Blu. Si chiama “Blu”, il disco che ha raccolto un bel gruzzoletto per la ricerca contro la Sclerosi multipla (AISM) e che ha coinvolto giovani e meno giovani di un intera comunità in un tam-tam di solidarietà. Così ci si ritrova ad essere degli amici, #Amicidiblu social(mente) parlando. Accade che gli Amici di Blu incontrino, per caso o per volontà di Dio, gli Amici di Luca che da una tragedia, uguale alla loro, hanno saputo tirar su niente meno che la ‘Casa dei Risvegli’, una struttura fantastica che aiuta chi per fortuna una possibilità ancora ce l’ha, che cura e accompagna esiti di coma. Coma. Fa paura, questa parola, ma ancor di più “morte”. Perché dal coma ci si può risvegliare, come noi vittime di un lutto, con tanta forza e tanta volontà. Non sappiamo bene come, ma ci si può risvegliare, anche se in modo diverso, in una realtà diversa in cui tutto ricomincia diverso. E dunque certi incontri hanno del potente, perché non importa se loro sono a Nord (a Bologna) e noi a Sud (ad Agnone in Molise) certi segni bisogna riconoscerli, certi incontri vanno vissuti nella maniera che si può perché è qualcosa di oltre che ce li pone davanti. La ‘Casa dei Risvegli’ promuove eventi per raccogliere fondi, ci è sembrato bellissimo contribuire ad un momento dedicato alla Giornata Nazionale dei Risvegli organizzando un’asta di beneficenza. Sono una mamma, che ha perso una figlia e ho per amici gli amici di Blu, ho conosciuto Maria che ha perso un figlio e che ha per amici gli amici di Luca. Loro sono avanti e possono insegnarci molto, noi possiamo essergli accanto, mi verrebbe da dire “dobbiamo” perché certe realtà vanno fatte conoscere, supportate in ogni modo perché, appunto, nessuno è esente dalla possibilità di morire ma nessuno è esente dalla possibilità di risvegliarsi, e questa possibilità può e deve essere data, altrimenti è la morte che vince. Luca e Giorgia (che possono essere altri migliaia di nomi) non moriranno mai se attraverso la loro memoria si costruisce un’opportunità. L’opportunità di essere utili, di essere vettori di speranza, o più semplicemente, l’opportunità di essere migliori. Grazie. Grazie Amici di Luca, grazie Amici di Blu, con voi la vita, la malattia, la morte che pur sono parte di essa trovano, forse, un senso.

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