• Editoriale
  • Paura di vivere

    Lettere a l’Eco: un lettore ci scrive ribadendo, se ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza del presidio ospedaliero agnonese e ci racconta la sua esperienza, le sue paure, le sue speranze.

    Volevo semplicemente accodarmi al grido di paura circa la situazione sanitaria che interessa non più solo la ridotta e confinata superficie di questa nostra piccola regione, ma ahimè interessa tutti noi. Questa sera per l’ennesima volta mia mamma ha avuto bisogno di urgenti cure mediche che con estrema professionalità e celerità sono giunte a casa grazie agli Angeli del 118. Questa volta per fortuna non é stato necessario raggiungere Isernia, sono riusciti a stabilizzarla qui ad Agnone. Ma in un momento di riflessione chiedo a me stesso, che della razionalità dovrei farne il pane quotidiano, é normale in un tempo che ci impone di andare sempre avanti verso il futuro leggere negli occhi di mia madre la paura! La paura di non poter chiamare aiuto perché i telefoni sono isolati. La paura perché per una nefasta combinazione l’ambulanza del 118 potrebbe essere stata impegnata in un altro intervento e quindi non ci sarebbe stato più tempo. La paura perché tra qualche giorno arriverà la neve e raggiungere Isernia o altri ospedali sarà difficile se non impossibile visto che in un territorio montano come il nostro si parla ancora di aspetti emergenziali in caso di nevicate. La paura che un giorno gli Angeli del 118 non ci saranno più in Agnone ed  a quel punto la paura…  Vorrei solo svegliarmi domattina e vedere negli occhi di mia madre la tranquillità e non più la paura ma a tutto ciò non so dare razionalmente una risposta. Probabilmente il presente che stiamo vivendo ci impone si di guardare avanti ma ad un   futuro che forse era ieri.

    Lettera firmata

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