• Editoriale
  • Politiche sociali, rispettare la dignità di chi soffre

    Il Movimento Regionale dei Cristiano Sociali esprime preoccupazione per i ritardi amministrativi dell’iter procedurale del Programma per la Non Autosufficienza 01.06.2016 – 31.05.2017.

    Centinaia di disabili gravi e gravissimi si ritroveranno dal 1° giungo privi di servizi e di assistenza con pesanti disagi per le loro famiglie.

    I centri socio – educativi ed i progetti di inclusione ed integrazione dovranno aspettare la conclusione di tutti gli adempimenti di pertinenza della Regione Molise e degli Ambiti Territoriali di Zona per accedere alle tutele previste dal Piano Sociale Regionale 2015/2018 approvato il 1° dicembre 2015 dal Consiglio Regionale.

    Fasce di cittadini che vivono quotidianamente sulla propria pelle la sofferenza legata alla disabilità, per ragioni incomprensibili, si ritrovano improvvisamente ad essere privati dei fondi nazionali per la non autosufficienza per un periodo di tempo che nessuno è in grado di stabilire.

    La Regione Molise ha il dovere di rispettare la propria legge quadro di settore n. 13 approvata il 6 maggio del 2014, garantendo l’implementazione dei servizi socio – sanitari e socio – assistenziali in favore dei disabili gravi e gravissimi, dei malati di SLA e delle famiglie coinvolte.

    È singolare assistere alla soppressione – accorpamento del Servizio Politiche Sociali con la Direzione Generale della Salute, nel mente sarebbe stato necessario attuare il Piano Triennale 2016-2018 attraverso il potenziamento degli Uffici del Servizio Politiche Sociali per disporre di maggiori strumenti e di un più elevato numero di professionalità per migliorare le risposte istituzionali ed amministrative in favore dei soggetti svantaggiati.

    Occorre revocare la Delibera di Giunta Regionale n. 151 dell’11 aprile 2016 ed intervenire per potenziare il settore delle Politiche Sociali, al fine di evitare il paradosso che 2,6 milioni di euro sono fermi nelle casse regionali quali fondi 2015 del Ministero del Lavoro per la non Autosufficienza e centinaia di disabili gravi e gravissimi vengono abbandonati a sé stessi.

    Su un tema di questa delicatezza occorre maggiore rispetto. È un problema di dignità.

     

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