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  • Profughi in fuga dal centro di accoglienza

    RICEVIAMO dal comitato “Noi per Castelmauro” in merito alla questione centro di accoglienza profughi in paese.

    Meno di 24 ore. Tanto è durata la permanenza dei 14 profughi somali nel centro C.a.t di Castelmauro. Più che di centri di accoglienza temporanei, si dovrebbe parlare di centri di accoglienza “lampo”… Sbarcati a Salerno il 31 marzo scorso, nove donne, due uomini e tre bambini, hanno raggiunto la struttura di Castelmauro accompagnati dal personale della cooperativa “Pianeti Diversi”, accreditata dalla prefettura di Campobasso all’accoglienza profughi, nella serata del 1 Aprile. Dopo una tranquilla notte, di buon ora al mattino seguente, gli ospiti della struttura, “armi e bagagli” e soldini alla mano, tra lo stupore dei castelmauresi e degli stessi responsabili della Cooperativa, hanno lasciato il paese per cercar fortuna altrove. “Sarà stato un pesce di aprile? Ma non si trattava di persone disperate che fuggono da guerre e fame?” si chiedeva la popolazione stupita da una situazione inverosimile…invece no!…tutto vero. 14 migranti liberi di prendere un pullman e andare via, verso la rispettiva meta europea ( Svezia e Germania per la maggiore ) liberi di circolare su suolo Italiano da clandestini. Si perchè un migrante può rifiutare l’identificazione (come nel caso dei migranti della struttura di Castelmauro ), baypassando così le restrizioni giurisdizionali legate alle richieste di asilo politico e il conseguente iter. Da qui le domande, legittime, del comitato cittadino: sistemati negli alloggi della struttura, i profughi non ricadono sotto la responsabilità della Cooperativa come da regolamento? In uno Stato civile e Responsabile è possibile che persone senza identità vaghino in cerca di fortuna senza ordine e senza che siano garantite sicurezza e rispetto delle regole? Come possono le Istituzioni affannarsi nelle rassicurazioni ai cittadini, quando in realtà la situazione è fuori controllo? Tutto questo non è forse un’ulteriore conferma di un ormai consolidato business mascherato da una finta solidarietà, spinta da interessi economici di notevole entità?
    A questi quesiti cerca di dare risposta l’attività informativa del comitato, che non si oppone alle eventuali e reali richieste di aiuto provenienti dalle diverse aree del mondo, ma ribadisce il proprio NO al business dei profughi sulle spalle degli stessi e di tutti i cittadini italiani.

    • Foto di repertorio, da Internet

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