• Editoriale
  • Quando chiude un giornale… se ne sbattono tutti

    Il Quotidiano del Molise cessa, a far data da oggi, le pubblicazioni. Un’altra testata storica, dopo Nuovo Molise, che non sarà più in edicola in Molise. E’ la dura legge del mercato, probabilmente, e l’ennesima dimostrazione che senza contributi pubblici, che siano statali o regionali, la carta stampata da sola, con le proprie forze, non regge ed è destinata a scomparire nel breve periodo. Perché i lettori non leggono, o meglio non leggono più i giornali in edicola, e perché gli sponsor preferiscono altre forme di pubblicità, su “veicoli” più attuali e dinamici come appunto il web. “Ultimo giorno dal sapore amaro” è il titolo dell’editoriale di addio pubblicato nell’ultima edizione cartacea, quella di oggi appunto. Senza scomodare la pluralità di pensiero e il diritto all’informazione che sono il sale della liberldemocrazia occidentale, un giornale che chiude significa, concretamente, persone, giornalisti, grafici, impiegati che tornano a casa, che non hanno più un lavoro. Ma di queste questioni, di principio e più prosaiche, non interessa niente a nessuno. Quando chiude un’azienda tessile, metalmeccanica, o di un qualsiasi altro settore produttivo partono immediatamente le “unità di crisi” della politica e delle istituzioni, tavoli tecnici al Ministero, incontri, sit-in di protesta, cassa integrazione, ammortizzatori sociali e via elencando. Quando chiude un giornale, al contrario, se ne sbattono tutti

    Francesco Bottone

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