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  • Sanità: ospedale di Agnone, don Francesco Martino: “Occorre riempire di contenuti la struttura”

    Ennesimo appello di don Francesco Martino affinché l’ospedale di Agnone, riconosciuto ai massimi livelli istituzionali, quale struttura di area particolarmente disagiata, venga, una volta per tutte, riempito di contenuti. Destinatari del messaggio il viceministro alla Sanità, Vito De Filippo e il presidente della giunta regionale, Paolo Di Laura Frattura. Di seguito riportiamo la nota di don  Martino.

    don francesco martino a castiglionePrendendo atto delle disponibilità manifestate dal viceministro alla Sanità,Vito De Filippo, e dal governatore, Paolo Di Laura Frattura nel corso dell’incontro politico tenuto al convento dei Filippini sabato 28 maggio ad Agnone, di “riempire di contenuti” l’ospedale ormai acquisito di area particolarmente disagiata di Agnone, e comunque, avendo colto anche nelle parole del sindaco uscente un significativo “ma la battaglia non è finita”, quale studioso dal 1998 dei problemi sanitari di quest’area e dal 1988 operante già a titolo di volontariato in questa struttura sanitaria, presento all’onorevole, al presidente e  alle tre liste contendenti in questa campagna elettorale il programma possibile a livello tecnico di “contenuti sanitari” della nostra struttura, da far adesso recepire non solo a livello politico, ma sopratutto dagli organi di governo e amministrazione dell’ASREM, sordi, burocraticamente farraginosi fino all’esasperazione e inefficienti in materia, attraverso l’adozione chiara di tali direttive nell’Atto Aziendale in corso di preparazione. E’ questa una battaglia che deve vedere tutta la società civile e politica unita e compatta, e parlare ad una voce sola e decisa.

    – In primo luogo, chiedo all’On. De Filippo di lavorare a livello nazionale sulla materia degli ospedali di area particolarmente disagiata, problema comune a tutte le realtà periferiche d’Italia, in quanto, nel panorama nazionale, permangono comunque criticità nell’organizzazione dei servizi di queste strutture, dovute anche alla non perfetta chiarificazione nel decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 sulla natura precisa dell’ospedale di area particolarmente disagiata, spesso interpretato dalle strutture tecniche delle Regioni in modo “de minimis” soprattutto se soggette a piano di rientro: si rischia di creare strutture non rispondenti ai bisogni delle aree interessate, con criticità e pericolosità evidenti, e non in grado di assicurare pienamente i LEA previsti. In questo senso, diversi Comitati d’Italia compresi quelli locali si sono mossi per chiedere tali chiarificazioni elaborando un documento molto preciso, inviato al Parlamento, ai Ministeri della Salute e dell’Economia, ai presidenti ed assessori regionali alla Sanità di riferimento consultabile su Quotidiano Sanità http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=38357  ed inviato anche all’On. De Filippo.

    – A livello locale, con un protocollo tra Regione Abruzzo e Molise di specifica dell’accordo di confine  e nell’Atto Aziendale, si deve assolutamente ottenere, a livello ospedaliero e territoriale, viste le reali e concrete possibilità odierne, le seguenti specificazioni: la chiarificazione che il Pronto soccorso di area disagiata è un vero pronto soccorso di base con posti di OBI di almeno 3/6 ore, con personale medico dedicato di specialità previsto dal DM 30/01/1998 (Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza), con supporto di Chirurgia Generale  e Anestesiologica H24 assicurate con personale in rotazione collegato all’HUB/SPOKE di riferimento,  e di Medicina Generale, assicurata dal personale del reparto previsto di 20 posti letto, con possibilità di appoggio fino al 70%  dei posti letto per i pazienti chirurgici trattati in emergenza/urgenza non dimissibili in giornata, con possibilità di chirurgia di elezione in Day e Week surgery, con presenza H24 di laboratorio analisi di base, Radiologia con lettura degli esami a distanza, Emoteca.

    Per la tutela materno infantile del percorso nascita, è opportuno prevedere presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Area Disagiata in collaborazione con il 118, il servizio di emergenza STAM (Servizio di Trasposto Assistito Materno con bimbo in utero) con ambulanza attrezzata per l’occorrenza e pronta disponibilità ostetrico/ginecologica assicurata dal centro HUB di riferimento. Troppi sono i casi annui di donne gravide in difficoltà che al nostro Pronto Soccorso, non trovano risposte immediate.

    Prevedere, verificata in modo particolare la situazione epidemiologica della popolazione e la sua anzianità media, la presenza aggiuntiva di  posti ospedalieri di post acuzie di Lungodegenza  Ospedaliera (cod.60). Tale tipologia  è previste possibili negli ospedali di area particolarmente disagiata  in considerazione della condizione di disagio per le famiglie dell’area disagiata di assistere i propri cari in realtà molto distanti dai comuni di residenza. Questo in quanto il ruolo del reparto di lungodegenza è quello di trattare pazienti provenienti dai reparti per acuti, particolarmente complessi, ancora instabili da un punto di vista clinico che necessitano ancora di cure e trattamenti intensivi appropriati al fine di una stabilizzazione e/o miglioramento clinico-funzionale e  tratta solo pazienti, che necessitano di assistenza infermieristica 24 ore su 24, trasferiti dai reparti per acuzie dell’area ospedaliera di riferimento con la quale si opera in stretto collegamento funzionale/operativo (multidisciplinarietà del trattamento). Tali posti letto  possono essere collegati al reparto previsto di Medicina Generale anche attraverso l’organizzazione interna del presidio ospedaliero. La responsabilità settore, infatti,  è in capo ad un medico con specialità di area medica.

    Vista la presenza del Day Surgery con ben 3 posti letto, e la presenza di Unità operativa semplice a valenza dipartimentale di Oculistica e di Endoscopia, si possono effettuare tutti gli interventi di tale tipologia di Oculistica, Ortopedia, Endoscopia chirurgica della provincia di Isernia  oltre a quelli possibili in week surgery e chirurgia ordinaria in day surgery  presso le sale operatorie di Agnone, garantendo alla riattivazione della seconda sala operatoria, oggi un deposito, per la quale serve poca spesa, e così sgravare il Veneziale di Isernia da tutti i piccoli interventi e consentire un miglior uso delle risorse.

    Siccome è previsto il day hospital, vi è una condizione ottimale perché alla Medicina generale rimasta sia data la connotazione aggiuntiva di centro hub regionale per la Reumatologia, anche per la presenza dell’eccellenza del laboratorio analisi dove vi è un avanzata esperienza a livello regionale nel campo  dell’immunologia, in quanto il servizio relativo lo consente necessitando di poche risorse aggiuntive, consentendo anche efficaci screening medico-diagnostici in materia di riduzione delle liste di attesa, con vantaggi innegabili per la popolazione non solo regionale.

    Inoltre, viste le risorse esistenti, alla stessa Medicina Generale può darsi valenza provinciale per la cura del diabete mellito e delle patologie diabetiche a livello ospedaliero, offrendo un riferimento sicuro di cura per la rete regionale.

    Non va dimenticata l’importanza del servizio dialisi di confine, che oggi consta di ben 18 pazienti e ben 4 in lista di attesa, di cui circa un terzo extraregionali abruzzesi: sistemando anche qui la situazione con un secondo medico, e aprendo un secondo turno giornaliero, si può assicurare efficacemente il servizio, consentire ai cittadini altomolisani e altovastesi di poter tornare nella loro terra per le vacanze, visto che ogni anno vi sono circa una decina di richieste, e riaprire l’ambulatorio di nefrologia, migliorando così i servizi.

    Non va trascurato che la riorganizzazione dell’ospedale di area disagiata così realizzata consente anche il potenziamento del territorio, perché, tramite gli specialisti ospedalieri operanti, si consente di riaprire gli ambulatori territoriali della Casa della Salute qui prevista, e così assicurare cure migliori ed efficaci, invertendo quello che è successo finora: alla chiusura dei servizi ospedalieri è coincisa la scomparsa degli ambulatori territoriali.

    A livello territoriale, è opportuno garantire la presenza presso l’ospedale di area disagiata del pediatra di libera scelta (PLS) anche con copertura in pronta disponibilità H24, in raccordo con il Pronto Soccorso di area disagiata, e il  servizi 118 ivi presente, per la gestione efficace dell’emergenza/urgenza pediatrica, perché i bambini dell’area oggi non sono minimamente tutelati.

    Il servizio assistenza domiciliare infermieristica (ADI) va giornalmente H12 comprese le domeniche e i giorni festivi, con copertura di tutto il territorio di riferimento dell’area disagiata, per consentire le cure a casa e non ingolfare l’ospedale di area disagiata con la cronicità gestibile a domicilio o presso le case di riposo.

    La possibilità di una rete di punti di prelievo dei presidi territoriali di assistenza (PTA)-Case della Salute-Ambulatori comunali collegata con il laboratorio Analisi dell’ospedale di area disagiata, raggiungibile entro i 60 minuti, compreso il poliambulatorio di Castiglione Messer Marino, nel quadro dell’accordo di confine.

    La possibilità chiara, oggi non esplicitamente prevista, per gli esterni di avvalersi del laboratorio analisi di base dell’ospedale di area disagiata.

    Avviata questa costruzione, ed ottenutola, allora si può parlare anche di costituire, come supporto stile ospedale di Sassuolo, una Fondazione pubblica/privata  con partecipazione dei Comuni dell’area disagiata e dei privati, imprenditori, semplici cittadini, aziende agricole, commerciali, artigianali, che, stipulando accordi con l’ASREM, garantisca con fondi freschi l’ammodernamento tecnologico del presidio, la presenza di personale medico, infermieristico e tecnico e le risorse necessarie per il mantenimento degli standard assistenziali così elevati in collaborazione con la Regione Molise, onde avere sufficienti garanzie di stabilità e di sicurezza per noi tutti viventi in questa terra.

    E’ su queste linee che auspicherei l’impegno comune, sia dell’onorevole De Filippo, che del presidente Frattura e a livello locale magari con un protocollo congiunto da firmare prima del 5 giugno, da parte dei tre candidati sindaci e delle loro liste, perché su questa materia non ci si può dividere creando situazioni pericolose per la collettività.

     

     

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