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  • Sindaci “geni”: per salvare le scuole dei paesi le vogliono chiudere per sempre

    Il ricorso ai “poli scolastici” può costituire la soluzione contro lo spopolamento? Secondo il Movimento per la difesa delle zone interne decisamente «no», ed ecco spiegato il perché: 
    «La ragione principale per la scelta di un “polo scolastico” consiste nel sostenere che il numero degli studenti è in decrescita nei piccoli Comuni e dunque non è più sostenibile la situazione di crisi dell’utenza che andrebbe anche ad incidere negativamente sul profilo formativo. – si legge nel dossier stilato dal Movimento per la difesa delle zone interne – La stessa motivazione, a ben vedere, rende amministratori e cittadini soggetti passivi e rassegnati anche per tutte le altre utenze e servizi: chiudono gli uffici postali se non fanno giornalmente un certo numero di operazioni; chiudono le banche per lo stesso motivo e perfino le guardie mediche se non registrano un certo numero di richieste. Fanno eccezione le Chiese che continuano a rimanere aperte e celebrare i propri riti nei piccoli Comuni, qualunque sia il numero dei frequentanti. Il polo scolastico viene in genere presentato per le caratteristiche strutturali che lo fanno preferire; viene presentato come “progetto innovativo, rispondente ai criteri di sicurezza che evita le pluriclassi e incentiva la chiusura dei plessi scolastici nei piccoli paesi”. In questo momento al Movimento a difesa delle zone interne d’Abruzzo interessa una iniziativa di polo attivata da alcuni Comuni dell’Alto Vastese. Inizialmente è bene premettere che si tratta dei seguenti Comuni: Carunchio, Celenza sul Trigno, Palmoli, San Giovanni Lipioni, Torrebruna, Tufillo i quali occupano il territorio dell’alto Vastese tra la sinistra del fiume Trigno e il torrente Sente. Il territorio è montano, tra i 600 e gli 800 metri s.l.m. Attualmente nessuno dei singoli Comuni raggiunge i mille abitanti. La distanza chilometrica tra loro varia dai 7 ai 20 chilometri sul sistema viario esistente ed abilitato per il servizio pubblico,
    rappresentato principalmente dalla strada 212, ex statale 86 Histonia ed altre strade provinciali. I tempi di percorrenza variano secondo le stagioni, con i condizionamenti climatici spesso nevosi nel periodo invernale. I sindaci dei Comuni citati hanno condiviso l’idea di realizzare un “polo scolastico” extraurbano per il numero ridotto degli alunni che induce alla formazione di pluriclassi. I sindaci hanno individuato una località a valle, sulla sinistra del fiume Trigno in un terreno di proprietà del Comune di Celenza sul Trigno denominato “Chiancate”, a 9 chilometri dal paese posto sulla collina sovrastante, sul quale costruire un nuovo edificio in grado di ospitare fino a 300 alunni. I sindaci hanno ragionevolmente preso atto della necessità di assumere iniziative adeguate per “salvare” le loro scuole. Abbiamo raccolto ed esaminato i dati della popolazione da 6 a 13 anni, interessati nel presente e nell’immediato futuro alla scuola dell’obbligo. Abbiamo registrato anche il dato 1 – 5 anni ed il trend dal 202 per consentire verifiche più puntuali
    sulle successive proiezioni. Infine abbiamo sviluppato le proiezioni dal 2026, anno del possibile inizio delle attività didattiche nel Polo e cercato il riscontro della durata nel tempo, con destinazione d’uso: scuola. Il dato numerico attuale consente una ricognizione del trend storico, almeno dal 2002, per avere sufficiente materiale utile ad effettuare proiezioni nel futuro e cercare di stabilire se il polo potrà svolgere le funzioni per cui è stato costruito e per quanto tempo. Dunque il dato di partenza è il seguente: nei sei paesi consorziati per il polo scolastico la popolazione disponibile è di n. 118 per la scuola primaria e n. 82 per la secondaria di primo grado. I numeri consentono l’eliminazione delle pluriclassi nel Polo? Sì, ma solo per i primi anni di funzionamento. Continuando l’attuale trend demografico negativo il nuovo polo potrà assicurare i servizi con i criteri per i quali è stato istituito? Ora vediamo se nel 2026, conclusi i lavori ed avviate le attività nel Polo sussistono le condizioni per eliminare le pluriclassi. La proiezione è determinata dal trend storico della popolazione in età scolastica e la semplice applicazione dei risultati a date future, senza le variabili delle fasce di età fertile che fatalmente diminuiscono nel contesto demografico generale. Per i ragazzi di età 6 a 10 anni, i dati sono i seguenti: dal 2010 al 2019: da 130 a 118 = – 12. Per i ragazzi da 11 a 13 anni si verifica la seguente situazione dal 2010 al 2019: da 87 a 82 = – 5. Totale 2010: 217 – Totale 2019: 200. (in media 25 alunni per classe. Applichiamo la stessa riduzione al 2026, anno di probabile funzionamento del polo e abbiamo 183 alunni (22,8 per classe) e al 2034 : dopo 8 anni di funzionamento, alunni 13 per classe e risorge il problema delle pluriclassi».

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