• Editoriale
  • La sindrome di Abelardo

    Quel geniale pazzoide, nato a Le Pallet, detto il “palatino”, dal nome appunto del paese di origine, vissuto nel dodicesimo secolo, monaco ribelle, fatto evirare dalla zio della sua amatissima Eloisa, perchè geloso della nipote infedele, ebbe una storia estremamente tormentosa e contraddittoria.

    Fu maestro di molti intellettuali illustri da Arnaldo da Brescia a Giovanni di Salisbury, influenzando fortemente la loro cultura.

    Un cultore della dialettica, della logica e persino dell’estetica.

    Nella sua Historia mearum calamitatumsi leggono tutte le sue contraddizioni, le sue arditezze, che lo fecero passare da una vita ridotta molto spesso dai suoi monaci a laicità, ad un’altra di rigore monastico, durante la cui permanenza non infrequenti furono le sue ribellioni, che gli costarono, persino un tentativo di avvelenamento, dopo avere già subito la brutale evirazione, ordinata, come detto, dal congiunto della sua Eloisa, canonico nella cattedrale di Notre Dame.

    Aveva, però, un vizietto.

    Nella sua esuberanza verso il mondo femminile, molto spesso, più del potere delle sue affascinanti lezioni, fu quello seduttivo delle sue trascinazioni, verso le bellezze delle sue allieve.

    Fu, questa, la sorte di molti intellettuali che sarebbero venuti nei secoli successivi.

    Magistrali nelle loro lezioni, impudichi nelle loro frequentazioni.

    Ricordo che uno straordinario oratore del secolo scorso, cattedratico a Roma – le sue lezioni erano sempre affollatissime – aveva la stessa tendenza di Abelardo, dal quale appunto è nato il nome la “sindrome di Abelardo”.

    E mentre, udite, stava esaminando un giovane brillante allievo, fu attratto dalla bellezza di una ragazza che veniva esaminata dal suo assistente.

    Immediato fu l’attacco visivo del professore sulle protuberanze muliebri, quasi appoggiate sulla cattedra, tanto che lasciò di stucco il lodevole allievo, per dedicarsi all’altra, esaminata dal un suo assistente, che quasi brutalmente scansò dalla cattedra.

    Su questa sindrome si potrebbero spendere davvero fiumi di inchiostro!!

     Franco Cianci

     P.S.: questo tema mi è stato suggerito da Antonio Mucciaccio, curioso ed intrigante nel rimestare storie remote.

     

     

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.