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  • Il Soccorso alpino saluta Berhault, un eroe a quattro zampe

    “Berhault è stato per molti una mascotte, per Antonello un amico fedele, ma per noi innanzitutto un ottimo soccorritore”.

    Nel Cnsas Abruzzo lo ricordano così, il “tecnico a quattro zampe in pensione”, che per 10 anni nel Soccorso, ha portato anche il nome di un “visionario” alpinista francese, e che ieri ci ha lasciati, dopo aver lavorato fianco a fianco con il suo conduttore, Antonello Iacobucci, per nove lunghi anni, dal 2006 al 2015.berhault

    Berhault si è infatti distinto partecipando a tante e tante operazioni, dal terremoto dell’Aquila alle innumerevoli ricerche di persone disperse, fino in ultimo, a Venarotta, per la tragedia dei due caccia dell’Aeronautica Militare.

    Il suo è stato un curriculum che per molti suoi “colleghi” resta ancora ambiziosissimo. Ultimo allievo del mitico Filippo Fazi, il coordinatore nazionale che negli anni ’90 ha introdotto l’unità cinofila nel Soccorso Alpino Abruzzese, Berhault si è prima abilitato per la ricerca in superficie e poi per quella in valanga, turnando così, in compagnia del suo conduttore e durante la stagione invernale, all’elisoccorso del 118.

    Nel suo rapporto praticamente esclusivo con Antonello (è bene sapere che l’unità cinofila è un’entità inscindibile, pena l’inoperatività del cane, che cambiando padrone, non può in alcun modo prestare soccorso), Berhault, addestrato con tecniche assolutamente innovative, ha imparato a soccorrere “con il piacere di farlo”. Non sono infatti più in uso quelle pratiche dure e frustranti, che per il cane cosiddetto “da lavoro”, puntano innanzitutto sullo stress per ottenere il massimo rendimento. Al contrario, i cani del Soccorso Alpino imparano innanzitutto a giocare, perché è credendo di giocare che, in realtà, riescono a operare in ambienti così impervi. Certo, a loro è richiesto di farlo con serietà e massimo impegno e concentrazione, ma devono comunque trarre da questo importante lavoro, una soddisfazione anche emotiva che li ripaghi del grande sforzo fisico.

    “Si dice che l’amicizia tra alpinisti sia un legame forte, perché affidi al tuo amico la corda che ti assicura alla vita. Berhault è stato un vero alpinista… – a dirlo i tecnici della stazione del Cnsas di Avezzano, compagni di mille disavventure – si è fidato sempre di noi, attraverso Antonello, come noi di lui”.

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