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  • Strategia nazionale aree interne, progetti al palo

    Il neo Ministro per il Sud e la Coesione, Giuseppe Provenzano, ha annunciato il suo impegno immediato volto a sbloccare gli investimenti pubblici per le 72 Aree pilota della Strategia delle Aree Interne. A darne notizia il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, nella sua qualità di vice presidente nazionale dell’Unione delle Comunità Montane, il quale ha espresso soddisfazione per l’impegno assunto dal ministro. Di Maria ha più volte denunciato, nel corso di convegni pubblici, il ritardo enorme che si registra nell’attuazione di questo strumento d’intervento a favore delle cosiddette aree deboli e marginali afflitte da gravi problemi di natura sociale ed economica. «Nonostante le sue enormi potenzialità a sei anni dalla sua istituzione siamo di fatto ancora alla Progettazione preliminare, approvata solo nella scorsa primavera» ha dichiarato Di Maria nel corso di un incontro dedicato alle aree interne ed alla rinascita di tutta la dorsale appenninica, chiedendo ancora una volta al Governo di dare una svolta alla vicenda. Ebbene, il Ministro per il Sud e la Coesione sociale ha accolto in queste ore, a quanto comunica l’Uncem, una precisa sollecitazione di Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Uncem. «Provenzano – ha dichiarato Bussone – ha detto di vedere nel suo Dicastero un Ministero dei luoghi, attraversati, in Italia, da fortissime disuguaglianze economiche, sociali, di godimento di diritti di cittadinanza che sono alla base, poi, delle disuguaglianze territoriali e regionali. A partire da quella tra Nord e Sud e a quelle tra città ed aree interne». Si delinea, dunque, una sintonia tra il Ministero e le Istituzioni territoriali locali della dorsale appenninica attorno alla Strategia nazionale Aree interne che ha visto partire in tutto il Paese 72 aree pilota, di cui due in Molise. Bussone ha precisato: «Spenderemo bene nelle aree interne il miliardo di euro già disponibile e lavoreremo con efficacia verso la nuova programmazione comunitaria 2021-2027, per un nuovo ‘Programma operativo nazionale Aree interne e montane’, per un piano che nel Paese sappia risolvere le sperequazioni tra nord e sud, ma anche tra città e zone rurali e montane. Non certo con l’assistenzialismo, con il centralismo e qualche mancetta, ma con un piano di lavoro sussidiario e federalista che vede nella Strategia nazionale Aree interne e nell’attuazione delle leggi sui piccoli Comuni, sulle foreste, sulla green economy, sui domini collettivi, dei punti di forza, per un nuovo asse centrale nelle politiche economiche e sociali del Paese, proprio come più volte ha chiesto il Presidente Mattarella».

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