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  • Tablet e smartphone creano dipendenza e fanno danni come la droga

    CASTIGLIONE MESSER MARINO – Abuso, dipendenza, difficoltà relazionali, bullismo, crisi di astinenza, disturbi e danni fisici, psichici ed emotivi. Sono i termini e i sintomi che ti aspetti di sentire elencati nel corso di un convegno sulle sostanze da abuso, sulle droghe, e invece sono proprio quelli utilizzati dagli esperti intervenuti oggi pomeriggio a Castiglione Messer Marino, presso l’istituto scolastico, nell’ambito della conferenza dal titolo  “L’uomo digitale: vivere con i dispositivi tecnologici“. Già, perché l’uso smodato, e quindi l’abuso nell’utilizzo dei dispositivi digitali, tablet e telefonini in testa, è esattamente coincidente con l’assunzione di sostanze stupefacenti. Spiazzante e brutale per i tantissimi genitori presenti, ma assolutamente così. E’ la tesi sostenuta praticamente all’unanimità dai relatori intervenuti, primo fra tutti Riccardo Alessandrelli, neuropsichiatra infantile. «L’utilizzo prolungato degli smartphone, ma anche del computer, della rete internet più in generale, è una vera e propria dipendenza, equiparabile all’uso di droga. – ha gelato così la platea il neuropsichiatra infantile – I danni maggiori si hanno intuibilmente nei bambini, nei quali si possono osservare sintomi fisici e psichici simili a quelli causati dalle sostanze stupefacenti. Si arriva ad un punto tale da non poter più a fare a meno di essere on line, di giocare on line. Si attivano dei meccanismi che inducono l’organismo a produrre dopamina, il neurotrasmettitore collegato al piacere e alla ricompensa. Giocare per ore, continuare a farlo ininterrottamente, divine gratificante, piacevole e l’organismo crea una sosta di memoria, si crea quindi una vera e propria dipendenza. Da questa deriva la cosiddetta nomofobia, cioè la crisi di astinenza da dispositivi di connessione mobile. Allora bisogna ridurre, soprattutto nei bambini e adolescenti, l’utilizzo della rete, ma non semplicemente vietando, piuttosto offrendo delle alternative». Necessità della limitazione dell’uso dello smartphone ribadita anche dalla psicologa Alessandra Campitelli e dalla pediatra Silvana Di Palma, le quali hanno insistito sull’importanza dell’esempio che i genitori devono dare. Chiedere ad un bambino di usare poco lo smartphone quando il papà o la mamma sono i primi a passare ore ed ore on line non è assolutamente credibile e non otterrà alcun risultato. Tra i relatori anche il maresciallo della locale stazione Carabinieri, Francesco Tommasetti e il capitano comandante della compagnia di Atessa, Alfonso Venturi. Gli uomini in divisa hanno illustrato i pericoli della rete e i risvolti penalmente rilevanti che alcuni comportamenti posso avere, anche se messi in atto dai bambini magari inconsapevolmente. «Siate attenti e vigilate sull’attività on line dei vostri figli, – ha consigliato il capitano ai Venturi ai tanti genitori presenti – lo dico da padre prima che da Carabiniere. Bullismo, contenuti sessualmente espliciti, ma anche la prostituzione minorile o l’adescamento da parte di pedofili sono rischi concreti della rete, non solo nelle città, ma anche a Castiglione o a Schiavi di Abruzzo». Ha chiuso l’incontro la pediatra Di Palma, con una sorta di elenco di regole per i genitori: «Mai lo smartphone ai bambini sotto i sei anni e solo un’ora al giorno fino ai 12 anni; non tenere il cellulare a tavola; non stare al telefono mentre si passeggia con i bambini; non far usare lo smartphone nell’ora che precede la messa a letto; internet è piena di contenuti non adatti ai bambini: l’uso non controllato e precoce della rete è pericoloso, come farli uscire di notte da soli». In sintesi «lo smartphone nuoce alla salute del tuo bambino», come le sigarette, come la droga appunto, non è un giocattolo e non deve essere dato ai bambini «perché così stanno buoni e i genitori posso rilassarsi e fare altro». Piuttosto parlare, giocare, uscire con i propri figli. Più chiaro di così…

    Francesco Bottone

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