• Editoriale
  • Ventimila per la Ndocciata, in cento per la fiaccolata Caritas: perché divertirsi è meglio che combattere

    AGNONE – In ventimila per assistere alla Ndocciata, solo in cento per la fiaccolata in difesa dei diritti dei residenti nell’entroterra. Perché divertirsi è meglio che combattere.  

    Serata gelida quella di lunedì ad Agnone, con qualche fiocco di neve che scendava dal cielo. Ma nonostante le condizioni meteo avverse il vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo, e il direttore della Caritas diocesana, don Alberto Conti, hanno guidato la fiaccolata silenziosa organizzata per rilanciare la questione aree interne. Isolamento territoriale, culturale e sociale, viabilità negata, servizi sanitari perennemente a rischio, anche la scuola perde colpi progressivamente, il lavoro che non c’è. Vivere nei centri montani dell’entroterra molisano e vastese equivale ad essere cittadini di serie B. E la fiaccolata voluta da monsignor Palumbo e dalla Caritas quello voleva essere: un grido silenzioso contro la politica, contro le istituzioni, colpevoli di aver abbandonato da decenni un territorio intero. E un territorio significa migliaia di persone, donne, uomini, vecchi e bambini. Dignità e diritti calpestati. Non c’erano i politici l’altra sera ad Agnone, hanno avuto timore o vergogna a scendere in strada con una fiaccola in mano, e hanno fatto bene a non andare, perché avrebbero dovuto sfilare contro se stessi, contro la propria faccia di bronzo, contro la propria incapacità. Accordi di confine tra Abruzzo e Molise per potenziare la sanità sul territorio? Tutte chiacchiere da bar tra l’assessore Silvio Paolucci e l’ex governatore Frattura. Milioni di euro per la viabilità e il dissesto stradale? Tutte balle dell’ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. O meglio, i soldi lui li ha trovati davvero, ma i cantieri non sono mai partiti e ai cittadini interessano le strade aperte e percorribili in sicurezza, non le capacità di reperire fondi se poi questi stessi restano inutilizzati. La scuola? Lasciamo perdere: strutture vecchie e pericolose, quasi nessuna è a norma rispetto ad eventuali terremoti, addirittura istituti alberghieri senza cucine. Barzellette. Il lavoro? Sempre più raro, con le poche imprese locali che lottano ogni giorno contro la burocrazia, contro i prezzi più alti delle materie prime, una carenza cronica di vie di comunicazioni sia reali, le strade, che virtuali, il digital divide. E’ per questi motivi e per molti altri ancora che quei cento eroici altomolisani sono scesi in piazza guidati da un vescovo di Santa Romana Chiesa. Altrove si indossano i gilet gialli e si scatena la guerriglia urbana per molto, ma davvero molto meno.

    Francesco Bottone

    tel: 3282757011

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