• Editoriale
  • Il caldo dà alla testa: l’Eco accusato di seminare paura e xenofobia

    Sarà colpa del caldo torrido dei posti che frequenta abitualmente, non ci sono altre spiegazioni plausibili. Armando Bartolomeo, lettore attento e spesso critico di questa testata, accusa apertamente l’Eco, o meglio il giornalista Francesco Bottone, di seminare paura e xenofobia. Lo fa con un messaggio inviato alla nostra pagina Facebook, quella del giornale, non del giornalista in questione. Secondo l’ex sindacalista Bartolomeo, dichiaratamente e fieramente socialista, il nostro giornale sarebbe xenofobo e fascista per aver fatto questo titolo: “Carovilli: il paese ha paura e dice «no», ma i profughi arrivano comunque”

    Quello che segue è il commento, testuale, del compagno Armando Bartolomeo:

    «Ormai ti senti protetto dal tuo capitano (il riferimento è al Ministro Matteo Salvini, ndr) hai mollato tutti i freni inibitori, anzi contribuisci al suo gioco losco e vigliacco, semini paura e xenofobia. Complimenti! Vai in chiesa e scommetto che giudichi anche il Papa un pericoloso comunista. Conosco bene Carovilli e so con certezza che non sventola la croce uncinata. Manipolare un semplice battito d’ali di una farfalla per farlo diventare un uragano, non è onesto intellettualmente. Spero tu possa rinsavire rapidamente senza fare altri danni. I problemi di Carovilli e dell’Italia sono altri».

    Si tratta di accuse risibili, dettate dal pregiudizio e da una presunta superiorità morale dei sinistri, che abbiamo deciso di pubblicare perché sia chiaro che non accettiamo lezioni di democrazia né da Bartolomeo, né da altri. Siamo liberali, noi. Nel merito delle accuse, poi, si tratta di un articolo su Carovilli, paese che si è espresso contro l’arrivo dei profughi e che invece se li è visti recapitati in questi giorni. Tra l’altro è un intervento di Luciano Scarpitti, candidato consigliere di Carovilli, non dunque uno scritto di Bottone, che si è limitato a titolare e impaginare il pezzo. Nessun aggettivo e nessun commento del giornalista fascista e xenofobo nell’articolo, abbiamo semplicemente scritto quello che è accaduto e quello che ha raccontato Scarpitti. Ma per il nostro amico socialista, evidentemente esaltatosi in questi giorni per le vicende della Sea Watch e della “capitana” rasta Carola Racketebasta questo per essere accusati di alimentare la paura e la xenofobia.

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