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  • Controllo cinghiali: no alla braccata, sì alla girata «ma con qualsiasi cane»

    ATESSA – La braccata è una tecnica di caccia pericolosa ed impattante anche per l’altra fauna selvatica e inoltre l’Ispra difficilmente darà l’ok all’utilizzo della stessa per operazione di selecontrollo soprattutto nelle zone “non vocate” alla presenza del cinghiale. Per questo sarebbe meglio utilizzare la tecnica della girata, superando però lo scoglio della necessaria abilitazione del cane limiere. 

    In due frasi è questa la sintesi del pensiero espresso dal comandante della Polizia provinciale di Chieti, Antonio Miri, nel corso della riunione tenutasi giorni fa ad Atessa alla presenza dei sindaci del Sangro-Aventino e dell’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe

    «Il selecontrollo, coordinato direttamente dalla Polizia provinciale, sta funzionando. – ha esordito il comandate Antonio Miri – Nel Lancianese, con le operazione di selecontrollo, sono stati abbattuti 712 cinghiali e 619 nel Vastese. A questi vanno aggiunti gli oltre ottocento capi prelevati in caccia di selezione. Il totale degli abbattimenti è di circa 2260 animali in pochi mesi. Non credo, tuttavia, che introdurre la braccata nel piano di controllo, facendola diventare uno strumento di selecontrollo, sia una buona idea. La braccata, in ragione del numero di cani e di cacciatori coinvolti, è oggettivamente pericolosa e impattante per l’altra fauna selvatica. Impensabile inoltre poterla utilizzare in zone particolarmente antropizzate come le città sulla costa. Molto meglio, a mio avviso, utilizzare la girata, la tecnica che prevede l’utilizzo di un solo cane detto limiere e un numero ridotto di cacciatori. Il problema è che oggi il regolamento prevede che per la girata possano essere impiegati solo cani limieri abilitati. Una cosa da fare sarebbe quella di concedere l’utilizzo di qualsiasi cane, non necessariamente iscritto. L’altro problema da risolvere è quello delle zone chiuse, le riserve regionali, i parchi, che fungono da rifugio per i grossi branchi di cinghiali. Lì dentro neanche la Polizia provinciale può operare. Credo sia chiaro a tutti che la priorità è fare gestione dei cinghiali anche e soprattutto dentro i parchi e le riserve. E anche l’assegnazione delle zone in via esclusiva ad una squadra è un ostacolo alla efficacia del selecontrollo e della caccia di selezione. Perché nella zona assegnata posso operare solo i selecontrollori appartenenti a quella squadra. E se quella squadra, come già successo, non collabora e non abbatte cinghiali?».

    Pochi punti, ma chiarissimi, quelli forniti dal comandante Miri, che da tecnico quale è va diritto al centro del problema, senza girarci attorno. Suggerimenti tecnici indirizzati all’assessore Pepe per migliorare e rendere più efficiente il selecontrollo e quindi contenere la specie cinghiale senza aspettare fantomatiche modifiche della legge nazionale 157 per gli auspicati, ma probabilmente controproducenti «5 mesi di braccata» all’anno.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

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