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  • «Siamo tutti in target»: il Wwf sfrutta gli incidenti a caccia per chiedere soldi

    «Aiutaci a fermare il bracconaggio e a chiedere regole più severe per i cacciatori.  Aiutaci a difendere la natura d’Italia. Con il tuo sostegno potremo continuare a curare animali in difficoltà nei Centri di Recupero WWF, a combattere il bracconaggio e a chiedere regole più severe per i cacciatori».

    Il Wwf lancia una campagna, l’ennesima, contro la caccia e contro il bracconaggio e lo fa con una petizione on line e soprattutto con una raccolta fondi. Una occasione troppo ghiotta quelle dei recenti incidenti verificatisi a caccia. Ed ecco che il Wwf ne approfitta per chiedere soldi ai sottoscrittori. Tutto lecito, ci mancherebbe, anche se un tantino strumentale.

    «Un bimbo di 9 anni è stato ferito da più di venti pallini di piombo, durante una battuta di caccia. È l’ennesimo episodio a poco meno di due mesi dall’apertura della stagione della caccia: dopo le due morti premature e gli oltre 13 feriti dei mesi precedenti. Siamo di fronte ad un bollettino di guerra: la caccia, nella sua regolamentazione attuale, rende impossibile il pacifico godimento della natura a cui ciascuno di noi ha diritto e comporta gravi danni all’ambiente, sotto forma di inquinamento. Ma gli incidenti da caccia sono solo una parte del problema: perché accanto a questi drammatici episodi, che fanno notizia perché riguardano il genere umano, ce ne sono tantissimi altri di cui non si parla, solo perché riguardano altre specie viventi. Sono i centinaia di casi di bracconaggio a danno delle specie protette del nostro Paese, come: lupi, orsi, rapaci, che possiamo difendere solo grazie a te. Non farci mancare il tuo aiuto, per vincere questa battaglia abbiamo bisogno di te».

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