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  • A caccia di cinghiali in braccata e con fucili alterati: due denunciati a Montazzoli

    MONTAZZOLI (CH) – A caccia di cinghiali in braccata, due denunciati a Montazzoli: sequestrati due fucili.

    Sorpresi in flagranza di reato dalla Polizia provinciale con le armi alterate e con un ungulato appena abbattuto.

    La caccia al cinghiale in braccata in Abruzzo è ormai chiusa dal 31 dicembre scorso. E’ attiva però la caccia di selezione, ma più di qualcuno preferisce evidentemente il bracconaggio e come se nulla fosse esce ancora in braccata con tanto di segugi al seguito. La Polizia provinciale di Chieti, coordinata dal comandante Antonio Miri, ha intensificato i controlli sul territorio proprio in questi giorni successivi alla chiusura del prelievo del cinghiale anche per tentare di arginare l’utilizzo di piombo spezzato, i cosiddetti “pallettoni” che pare abbiano causato l’incidente mortale nel vicino Molise. 

    E proprio nell’ambito di questi servizi di controllo e prevenzione, nella giornata di oggi la Polizia provinciale, unitamente alle guardie ecologiche volontarie, ha colto in flagranza di reato due cacciatori di Montazzoli, uno dei quali fresco di rilascio di porto d’armi, intenti appunto a praticare una battuta al cinghiale, quindi in periodo vietato.

    La Polizia provinciale ha intercettato e fermato i due che avevano appena abbattuto un esemplare di cinghiale di oltre un quintale di peso. L’animale è stato posto ovviamente sotto sequestro dagli agenti. Al successivo controllo delle armi è emerso che i fucili, due calibro dodici semiautomatici, erano stati manomessi: era stato infatti rimosso il limitatore del serbatoio, consentendo in tal modo di poter caricare più delle tre cartucce consentite dalla legge.

    Colti dunque in flagranza, i due uomini dovranno rispondere di alterazione di arma e uno di essi, quello che ha sparato e abbattuto il cinghiale, anche del reato di bracconaggio.

    Adolfo Corropoli

    • foto di repertorio

     

     

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