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  • Matrix annuncia: altri quindici profughi in arrivo a Schiavi. E Piluso attacca gli schiavesi di Roma

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Altri profughi in arrivo a Schiavi di Abruzzo, a giorni, in palese violazione dei patti presi durante la riunione farsa e rissa di fine gennaio.

    La conferma è arrivata dal sindaco Luciano Piluso che stamane a Vasto ha preso parte ad un convegno a tema organizzato dalla cooperativa Matrix, quella che gestisce il centro di accoglienza migranti di Schiavi di Abruzzo sul Monte Pizzuto.

    A darne notizia il collega giornalista Antonino Dolce che ha seguito per i portali .net l’incontro vastese.

    E saranno esattamente quindici i nuovi arrivi, previsti già nei prossimi giorni. Non dunque trentacinque come riportato da alcune indiscrezioni circolate in paese. Il numero di quindici è stato fatto dal legale rappresentante della cooperativa Matrix, Simone Caner.

    «La prefettura – ha detto Caner, intervistato da Antonino Dolce alla fine dell’evento – ci ha chiesto la disponibilità per altri arrivi e noi l’abbiamo concessa per quindici profughi. La richiesta era più alta, ma preferiamo un inserimento graduale».

    Il tentativo maldestro è quello di scaricare le colpe degli arrivi sulla Prefettura. In realtà la Prefettura non fa altro che smistare i profughi sul territorio della provincia in base alla disponibilità data dai vari centri di accoglienza, o meglio da chi li gestisce, ovvero la Matrix di Gragnano (Na).

    «Nel nostro caso è ancora un’esperienza agli inizi, – ha detto il primo cittadino di Schiavi, Luciano Piluso, fortemente contestato nei giorni scorsi dai numerosi schiavesi residenti a Roma – ma finora non ci sono stati problemi. Come gli altri sindaci ritengo che l’integrazione sia una risorsa per le zone interne per crescere insieme».
    In merito alle tante polemiche che hanno accompagnato l’apertura inaspettata e repentina del centro profughi Piluso ha dichiarato: «I contrari sono soprattutto persone che vengono in ferie per dieci giorni all’anno a Schiavi d’Abruzzo e vorrebbero amministrare il paese. Questo tipo di immigrazione non ha nulla a che vedere con ciò che accade nelle grandi città. Penso che chi oggi è contrario quando toccherà con mano questa realtà dovrà ricredersi».

    Un attacco frontale, dunque, da parte del sindaco, alla numerosa comunità di schiavesi residenti a Roma. Un idillio nato quasi trenta anni fa, quando Piluso mise piede in Comune per la prima volta proprio grazie a quei voti divenuti oggi “romani”, che è andato in frantumi a causa della vicenda profughi.

    Quindici nuovi arrivi che si sommano ai venti pakistani già ospiti sul Monte Pizzuto, fanno trentacinque profughi in un centro, Schiavi appunto, che conta in questo periodo poco meno di duecento persone residenti. Una percentuale che supera il 17 per cento, probabilmente un caso unico in tutta Italia.

    C.I.

     

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